Sky, l’ex medico Freeman a processo per il caso Triamcinolone

L’ex medico del Team Sky e della Federazione britannica, Richard Freeman, verrà processato per il caso Triamcinolone risalente al 2011. Al dottore è stata contestato l’ordine di 30 bustine di Testogel, un prodotto contenente testosterone, effettuato il 16 maggio 2011 presso i fornitori di Oldham Fit4Sport. Le udienze sono fissate dal 6 febbraio al 5 marzo prossimi: “Si sostiene che la condotta tenuta dal dottore Freeman fosse disonesta – si legge in una nota del sito web del tribunale – e che il motivo per cui abbia ordinato il Testogel sia da ricondurre alla somministrazione dello stesso a un atleta per migliorarne le prestazioni sportive”. A detta dell’accusa il medico, nel tentativo di coprire le tracce di quanto fatto, avrebbe posto in essere “affermazioni non veritiere, negando di aver effettuato l’ordine e dichiarando di averlo fatto per errore”.

Il Triamcinolone, spesso somministrato e conosciuto come Kenacort, è un corticosteroide che agisce prevenendo il rilascio di molecole che causano infiammazioni. Nell’ottobre del 2011 Freeman contattò una persona su Fit4Sport “chiedendo conferma – si legge sulle colonne del Telegraph – che l’ordine fosse stato inviato per errore, restituito e distrutto da Fit4Sport Ltd che avrebbe dovuto informare che questo non fosse mai avvenuto”. Inoltre il medico avrebbe reso dichiarazioni false all’antidoping britannica in merito all’utilizzo delle bustine, sostenendo che erano state ordinate per un membro del personale e non per un atleta, e che erano state restituite a Fit4Sport.

L’atleta sotto la lente di ingrandimento, come noto, è Bradley Wiggins, che avrebbe ricevuto un sacchetto contenente triamcinolone in occasione dell’ultima tappa del Giro del Delfinato del 2011. Il caso è stato però archiviato per mancanza di prove. Soltanto un anno fa Freeman si è dichiarato pentito di aver dato in più occasioni, nel corso della sua carriera, Triamcinolone a Wiggins, che in tre occasioni avrebbe utilizzato in gara la sostanza beneficiando di esenzioni per uso terapeutico.

Sollevato dall’incarico che ricopriva in seno alla Federazione nel 2017 per motivi di salute, Freeman ha lasciato la medicina sportiva e nell’estate scorsa ha dichiarato di essere vittima di una forte depressione e di coltivare pensieri suicidi. La Federazione, che ha sostenuto le indagini portate avanti dalla GMC, ha “sollevato preoccupazioni in merito all’idoneità del medico alla pratica”. Dopo averlo sospeso nel marzo del 2017, ha successivamente avviato un’indagine in merito alla sua condotta come dipendente.

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